
Spoleto (PG), Palazzo Collicola Arti Visive
03 dicembre 2016 - 26 marzo 2017
LA CREPA. Personale di Vincenzo Pennacchi
Inaugurazione: 3 DICEMBRE 2016 ore 12
A cura di: Gianluca Marziani
Categoria:
Arte contemporanea
Mario Desiati, dal romanzo “Candore” (Einaudi)
..Il maestro giapponese di Cinzia raccoglieva gli elaborati e li riportava la settimana successiva dopo averli cotti al forno. Insegnò come dipingerli, poi quando qualcuno di questi si crepava insegnò una tecnica chiamata KINTSUGI, che voleva dire “riparare con l’oro”. Oro non ce n’era e dunque si usava la semplice colla. Sulla crepa che tagliava il vaso con un pennino si colorava la ferita di giallo. Ne usciva una vena dorata che dava l’illusione del metallo pregiato. Il valore non sta nel nascondere la perfezione smarrita, ma nel celebrare l’arte della cucitura…
..Il maestro giapponese di Cinzia raccoglieva gli elaborati e li riportava la settimana successiva dopo averli cotti al forno. Insegnò come dipingerli, poi quando qualcuno di questi si crepava insegnò una tecnica chiamata KINTSUGI, che voleva dire “riparare con l’oro”. Oro non ce n’era e dunque si usava la semplice colla. Sulla crepa che tagliava il vaso con un pennino si colorava la ferita di giallo. Ne usciva una vena dorata che dava l’illusione del metallo pregiato. Il valore non sta nel nascondere la perfezione smarrita, ma nel celebrare l’arte della cucitura…
Gianluca Marziani
Mi piace definirlo un intervento MOMENTANEAMENTE PERMANENTE, una cucitura pittorica che connette la memoria archeologica del nostro Paese con la sorpresa della soluzione inaspettata, geniale, catartica. Dopo un terremoto che ha colpito il museo in forma superficiale ma evidente, ho deciso che il danno doveva trasformarsi in un valore costruttivo. Volevo che le crepe d’intonaco diventassero il terreno di una cucitura iconografica e morale, una sutura viva nel corpo della consunzione naturale.
Mi piace definirlo un intervento MOMENTANEAMENTE PERMANENTE, una cucitura pittorica che connette la memoria archeologica del nostro Paese con la sorpresa della soluzione inaspettata, geniale, catartica. Dopo un terremoto che ha colpito il museo in forma superficiale ma evidente, ho deciso che il danno doveva trasformarsi in un valore costruttivo. Volevo che le crepe d’intonaco diventassero il terreno di una cucitura iconografica e morale, una sutura viva nel corpo della consunzione naturale.
Vincenzo Pennacchi è intervenuto su diverse pareti del Piano Zero, nella zona che ospita la Collezione Collicola e alcune opere della Collezione 2.0. Qui si sono concentrati i danni superficiali del terremoto avvenuto il 24 agosto ad Amatrice. Piccole porzioni d’intonaco saltato, alcune crepe superficiali, minimi dissesti che pesavano, e tuttora pesano, sulla pulizia estetica del candore museale. Da qui serviva ripartire con una riflessione non solo risolutiva ma, soprattutto, elaborativa, capace di spostare l’analisi sullo “spunto d’azione” e non sul semplice “problema”. Da qui l’idea di coinvolgere un artista che ben conoscesse il museo con le sue molteplici anime visuali, affidandogli i danni come fossero scrigni preziosi da custodire con azioni minime ad alta circolazione biologica.
Francis Scott Fitzgerald, dal romanzo “Il crollo”
“Ascolta. Mettiamo che non ci sia alcuna crepa in te… Mettiamo che sia un crepaccio del Gran Canyon.”
“La crepa è in me!” dissi eroicamente.
“Ascolta. Mettiamo che non ci sia alcuna crepa in te… Mettiamo che sia un crepaccio del Gran Canyon.”
“La crepa è in me!” dissi eroicamente.
Gianluca Marziani
Guardavo le crepe e i buchi nel muro pensando che la nostra povera Italia ha una pelle ormai invecchiata, un aspetto rugoso di solchi profondi; ci muoviamo in un gigantesco patrimonio senile, spesso ripulito con nuovi "abiti" di facciata ma con una biologia che è quella dei dinosauri architettonici. Osservare le crepe d'intonaco dentro un palazzo settecentesco mi ha acceso una luce simpaticamente utile: era il momento di invitare un artista per farlo lavorare dentro quei tagli murali, per stravolgere l'idea del danno in qualcosa d’improvviso e sublime, evidenziando le qualità sublimanti della creazione artistica.
Guardavo le crepe e i buchi nel muro pensando che la nostra povera Italia ha una pelle ormai invecchiata, un aspetto rugoso di solchi profondi; ci muoviamo in un gigantesco patrimonio senile, spesso ripulito con nuovi "abiti" di facciata ma con una biologia che è quella dei dinosauri architettonici. Osservare le crepe d'intonaco dentro un palazzo settecentesco mi ha acceso una luce simpaticamente utile: era il momento di invitare un artista per farlo lavorare dentro quei tagli murali, per stravolgere l'idea del danno in qualcosa d’improvviso e sublime, evidenziando le qualità sublimanti della creazione artistica.
Vincenzo Pennacchi
Come sempre, ogni qualvolta Gianluca mi propone un progetto, mi capita di riflettere su come il tema proposto arrivi in un momento preciso, con una sincronia che ha dell’incredibile. Il ricucire le crepe è esattamente la metafora della mia vita in questo momento: da un difetto nasce un effetto, le ferite si trasformano in luminose tracce di rinascita. Il luogo in cui avviene quest’operazione è per me un Tempio nel quale entrare in silenzio e pregare in ginocchio. E’ uno stato mentale di grande privilegio potersi rapportare con la storia dell’Arte che da sempre mi ha più affascinato, quella Contemporanea. Significa procedere con la massima discrezione per non disturbare le opere e, nello stesso tempo, incidere con la mia poetica, in modo minimale ma deciso. E’ una sfida affascinante, di sicuro la prova più impegnativa sinora affrontata.
Come sempre, ogni qualvolta Gianluca mi propone un progetto, mi capita di riflettere su come il tema proposto arrivi in un momento preciso, con una sincronia che ha dell’incredibile. Il ricucire le crepe è esattamente la metafora della mia vita in questo momento: da un difetto nasce un effetto, le ferite si trasformano in luminose tracce di rinascita. Il luogo in cui avviene quest’operazione è per me un Tempio nel quale entrare in silenzio e pregare in ginocchio. E’ uno stato mentale di grande privilegio potersi rapportare con la storia dell’Arte che da sempre mi ha più affascinato, quella Contemporanea. Significa procedere con la massima discrezione per non disturbare le opere e, nello stesso tempo, incidere con la mia poetica, in modo minimale ma deciso. E’ una sfida affascinante, di sicuro la prova più impegnativa sinora affrontata.
Mario Desiati
…Il valore non sta nel nascondere la perfezione smarrita, ma nel celebrare l’arte della cucitura…
…Il valore non sta nel nascondere la perfezione smarrita, ma nel celebrare l’arte della cucitura…
I tagli e i buchi di Fontana, i cretti e le bruciature di Burri, le fenditure di Leoncillo sulla ceramica, le bende drammaturgiche di Scarpitta… la grande arte italiana del Dopoguerra attraversa il sangue e la ferita, respira gli odori acri della mortalità, abbraccia le rovine con una cura e un amore di rara bellezza. Non credo sia casuale se le ferite murali si siano concentrate tra le opere storiche della nostra collezione, in un dialogo crudele ma vivo con Leoncillo, Pascali, Burri, Bendini, Calder… i muri si confermano corpi con una loro pelle, una muscolatura, uno scheletro: sono superfici che registrano temperature, movimenti, azioni fisiche, assumendo l’aspetto che gli eventi imprimono alle materie con cui è fatto il mondo.
Autore: Palazzo Collicola
Data di pubblicazione: 28 novembre 2016
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Museo Nazionale del Ducato, Spoleto
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Museo Nazionale del Ducato, Spoleto
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COSTRUIAMO LA NOSTRA OPERA
Palazzo Collicola - Galleria D’arte Moderna di Spoleto “G.Carandente”, Spoleto
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C'ERA UNA VOLTA ALEXANDER CALDER
Palazzo Collicola - Galleria D’arte Moderna di Spoleto “G.Carandente”, Spoleto
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FORMA E COLORE
Palazzo Collicola - Galleria D’arte Moderna di Spoleto “G.Carandente”, Spoleto
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GIOCHIAMO CON L'ARTE DI LEONCILLO
Palazzo Collicola - Galleria D’arte Moderna di Spoleto “G.Carandente”, Spoleto
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IL CARTONE SI E' ANIMATO
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IL CIRCO DI CALDER, DAL VIDEO ALLA CREAZIONE
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IL COCCODRILLO DI LEONCILLO
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IMPRONTE DI COLORE
Palazzo Collicola - Galleria D’arte Moderna di Spoleto “G.Carandente”, Spoleto
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IN EQUILIBRIO TRA IL GIOCO E L'ARTE DI CALDER
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INCIDO....IL MIO LIBRO D'ARTISTA
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INVITO A PALAZZO
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LE CARTE COLORATE FORMANO UN COLLAGE
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L'OFFICINA DEL COLORE. IL ROSSO, IL GIALLO, IL BLU
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RI-TRATTO: come ti vedo? come mi vedi?
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SPOLETO 1962
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I GRANDI MAESTRI NELLE OPERE E NEI TESTI: Leoncillo Leonardi e Sol Lewitt tra Museo e Biblioteca
Palazzo Collicola - Galleria D’arte Moderna di Spoleto “G.Carandente” + Biblioteca, Spoleto
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ARMI E SCUDI AL CASTELLO... GLI STEMMI DELLA ROCCA ALBORNOZ
Rocca Albornoz, Spoleto
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CHE VISTA! Visita ai percorsi difensivi e laboratorio sull’acquarello
Rocca Albornoz, Spoleto
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LA ROCCA ALBORNOZIANA DI SPOLETO ATTRAVERSO I SECOLI
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MEDIOEVO A FUMETTI
Rocca Albornoz, Spoleto
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RACCONTI FANTASTICI DI DAME E CAVALIERI
Rocca Albornoz, Spoleto
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ESPLORATORI A SPOLETO
TEATRO ROMANO (da fuori), CASA ROMANA, FORO CITTADINO, DUOMO, PONTE DELLE TORRI, Spoleto
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SPOLETO IN SCENA
Teatro Romano + Teatro Caio Melisso, Spoleto
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